Le maschere e il volto – 2

Continuo quanto iniziato nella precedente riflessione su maschere e volto; la distanza è pari a quella che intercorre tra calcolo e sincerità, ma la sponda del calcolo è già stata esplorata. Oggi passo dalla parte della sincerità.

Già mi è capitato di far notare che per contrasto dal buio, dal meno e dal peggio, sia più semplice accorgersi della luce, del più e del meglio. I contorni del buio appaiono più netti quanta più puntuale e forte è la luce.

Le maschere e il voltoSulla base di questo mi accingo a imboccare con più serenità questo sentiero, che mi porta a ripercorrere mentalmente la strada che passa attraverso le emozioni che si provano alla vicinanza della sincerità.

Lo si capisce – nella mia esperienza – da differenti indizi. Uno di questi è quando una persona, pur sapendo e potendo dire cose su di te in presenza di altri, semplicemente non lo fa. Tiene accuratamente separato ciò che di ognuno conosce, come cassaforte spirituale perché sa per esperienza o sensibilità sua che le interazioni che si possono generare potrebbero avere effetti non noti a priori. Un secondo indizio risiede nel fatto che si interessa attivamente a te, e – casomai – si ricorda di ciò che hai detto e la volta successiva ti chiede “come va” a riguardo. Un terzo elemento è che a sua volta si racconta, e dimostrando fiducia nei tuoi riguardi ti fa partecipe di cose personali, desideri, sogni, speranze, esperienze, opinioni; su ciò che quindi appartiene alla sfera emozionale, e non puramente cognitiva o discorsiva. Solo in questo caso inizia il dialogo, perché la persona he hai davanti assume pian piano una terza dimensione, e da disegno diventa bassorilievo.

Insomma, si scopre nei tuoi riguardi, ma probabilmente perché ha capito (e tu a tua volta) che può farlo, senza timore di essere ingannata. Solo il tempo però metterà alla prova tutto questo; la costanza di questi comportamenti consoliderà un “sentirsi a proprio agio” che era ciò che mancava con le maschere.

Succede anche così che si inizi un lungo viaggio dalla sponda della relazione occasionale, e passando attraverso il mare della quotidianità, un giorno il mozzo di bordo avvisti, dal pennone più alto, il nuovo continente dell’amicizia.

Sarà un approdo stupendo, ne sono convinto, ed un volto amico già mi attende.

© Scampoli

Le maschere e il volto