Cuccioli al guinzaglio corto

Si sa, al bar, proprio a terra vicino allo zoccolino del bancone briciole di ogni cornetto possibile riposano in attesa dello straccio che ripulirà il pavimento ai piedi degli avventori.

Ma che baraonda interiore (è piccolo, tutta voglia di muoversi ma non va molto lontano) quando quel cucciolo le punta, e le passa in rassegna una ad una, anticipando il lavoro dello straccetto! Raccoglie con ordine tutto ciò che è a portata di muso, in fretta non si sa mai, e poi si dedica alla periferia… Che è esattamente un attimo più in là della fine del guinzaglio.

Ci prova, tira, si sforza, guaisce piano, alle spalle dell’indifferente padrone, ma non gli è dato nemmeno un centimetro. Il paese del bengodi (o così pare) rimane lì in bella vista, ma oltre le sue forze, fino a che si rassegna.

Mi sono chiesto se anch’io non avessi un guinzaglio corto addosso. Quante cose nella vita sono un centimetro più in là delle nostre possibilità; un attimo oltre ciò che ci è concesso, ciò che è realizzabile. Forse è da capire se quello che cerchiamo mentre tiriamo il nostro guinzaglio sono solo briciole, quando in realtà i nostri veri bisogni sono altri; forse è da capire dove spendiamo le nostre energie, e se è il caso proprio lì.

Qualche volta un guinzaglio corto, per quanto ci venga da rimpiangere i resti appena un po’ più in là, può farci riflettere; se non ci stia magari proteggendo dalle briciole raccolte per terra, per ricordarci che siamo fatti per le stelle, e non per la rassegnazione.

© Scampoli

Cuccioli al guinzaglio corto