Un bellissimo incarico

Aveva scelto una volta per tutte. Gliene aveva dato tutti gli elementi, del resto, insieme all’intelligenza per capirli fino in fondo. Ed era stato amore al primo pensiero (di vista parlavano le fragili creature a lui affidate).

Altri avevano scelto in modo differente, terribile, una strada a lui ora chiusa e incomprensibile.

A farlo decidere in tal modo erano state le estreme conseguenze a cui lui sarebbe potuto arrivare. E in lui potenza volontà e atto sono una cosa sola. Su questo i suoi fratelli di spirito si erano spaccati. Tutto, ma un Dio uomo che arriva fino a quel punto, no. È troppo.

Ormai, ricolmo del suo eterno destino annegato in un oceano di gratitudine (e altri oceani ancora), non si curava più di loro. Ora il suo compito era questo. Tutto poteva entro i limiti che solo un amore come il suo ti faceva capire.

Sapeva che a loro i figli dell’uomo avevano dedicato una giornata, che era oggi. La creatura a lui affidata gli rivolse un pensiero che ancora una volta lo commosse, e gli fece capire perché amava tutto questo più di se stesso: “Angele Dei, qui custos es mei…”. Addirittura in latino l’aveva imparata. Quale onore.

© Scampoli

Un bellissimo incarico