Uno spreco di energie

Non ti è ancora chiaro se in quell’attesa che vivi o hai vissuto sei stato il micio o il topolino; se il tuo ruolo consista in viva e costruttiva attesa o passiva consunzione di energie.

Perché attendere ciò che conta per noi, che sia un evento o una svolta o un passaggio critico o la soluzione di una malattia o difficoltà, consuma più energie di un caterpillar in un’erta salita di montagna. Anche se da fuori sembriamo immobili, è dopo che te ne accorgi.

Forse quell’attesa si è conclusa felicemente, e ti sei sentito ricompensato e grato per quanto successo; oppure no, e ti sei accorto del dispiacere, della delusione, della piccola rabbia, del sommesso piagnucolare e del pestare i piedini del bambino che è in te, che si è sentito tradito dall’attesa. Ha capito benissimo che attendere è stato uno spreco di energie che non torneranno più.

Tutto ciò, mentre l’adulto che lo contiene e protegge mostra la faccia migliore che può, per non mettere in imbarazzo chi gli sta vicino. Ma c’è già chi ha capito.

© Scampoli

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