Un lago limpido

Il ritardo mattutino mi consegna a una frenesia che alimenta la giornata fin dal mattino e assorbe la voglia di fare annegandola nella fretta, nel traffico, nei mezzi presi di corsa, nelle cose dimenticate che devo tornare indietro a prenderle, nel semaforo rosso proprio ora ma ce l’ha con me, nell’auto che parcheggia nella via stretta ma ci riesce dopo mille tentativi, nei miei cento pensieri che sono già in fila come clienti col bollettino da pagare alle poste.

In mezzo a quelle nubi che si mettono tra me e il sole e tolgono il calore alla mia quotidianità, mi raffiguro quel che vorrei: fermare la navigazione di quelle troppe fantasie e ragionamenti, lasciar infrangere lungo la riva le onde del loro passaggio, veder morire piano le increspature del mio lago interiore.

Per poter vedere ancora una volta il fondo di un’acqua di nuovo limpida, che mi sveli ancora una volta sopra quali profondità sto navigando, osservando stupefatto il fondo svelarsi giù in basso, testimone silenzioso della mia giornata, custode di una interiorità che – sola – può tenermi a galla in questo mare che ci porta.

© Scampoli

Un lago limpido