Un banchetto imprevisto

(Storia di una gioia ritrovata)

Gli invitati erano tutti andati via, anche l’ospite a motivo del quale li aveva convocati tutti all’ultimo momento. Una pace simile in casa sua non c’era mai stata. No, non era “in casa” la pace, ma dentro di sé. Aveva fatto bene ad andare a cercarlo, ed ora sapeva cosa fare.

A Gerico lo conoscevano tutti, ormai, sia per la sua ricchezza che per la sua vita da pubblicano che nel riscuotere le imposte, beh, ci metteva del suo. Eppure non era mai stato felice o in pace con se stesso.

Era dovuto salire su un albero per vederlo in mezzo a tale folla, perché piccolo di satura. L’aveva seguito con lo sguardo già da lontano, ma non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi. Il suo ospite lo sapeva, e sarebbe stato lui a trovarlo. Fino al punto di farsi pubblicamente invitare a pranzo a casa sua.

Fu quando vide il comportamento del suo ospite a casa, sentendosi trattato come persona e non come furfante, vedendo la delicatezza con cui parlava con tutti gli invitati di uno strano “regno” che non era di questo mondo, che qualcosa nel suo cuore si frantumò per sempre.

Gli invitati presenti, convenuti forse più per vedere il personaggio che lui, rimasero ammutoliti quando Zaccheo si alzo, più di statura morale che di postura fisica, e nel silenzio della sala si impegnò a riparare generosamente le frodi commesse.

La luce e la pace interiore che mai più lo lasciarono cominciarono allora, quando la risposta che Gesù gli restituì fu solo uno sguardo pieno di tutto ciò di cui davvero aveva bisogno. Solo ora poteva ricominciare davvero.

© Scampoli

Un banchetto imprevisto