Tirare il fiato

Sentirsi come una pianticella un po’ avvizzita che non ha acqua a sufficienza, e china un po’ il capo perché ne vorrebbe un po’ di più ma non riesce ad arrivarci, è ancora piccole e ha le radici corte.

Oppure come quando cerchi di gestire giornate piene, che giocavi da bimbo e alla fine c’è solamente roba in giro; ma nessun adulto che ti rimette a posto i giochi per il giorno dopo; e forse non è stato nemmeno giocare quello che hai fatto questa volta.

Fermarsi in un momento di riposo. Rimirare con tenerezza e partecipazione, e una preghiera silenziosa al tuo Dio, quella piantina a capo chino, quelle cose sparse per terra, rivedendo in essi la propria vita.

Con pazienza e un po’ di leggerezza, dai acqua a quel germoglio che è la tua esistenza e che ti sembra sempre troppo fragile; riprendi le cose sparse per terra ad una ad una. Le conti; sì ci sono tutte.

In silenzio, per non svegliare un animo ora quieto, le rimetti in ordine nel tuo cuore, e chiudi piano la porta. Com’è bella la stanza quando è in ordine, sussurri piano al tuo Dio.

© Scampoli