Si chiude il sipario

La sera avanza e conquista come le onde di marea gli ultimi metri di tempo rimasto, con l’indifferenza di chi sa che il tempo passa una volta sola. Così, come lo spazio tra le tende del sipario, si ritira in buon ordine il tempo estivo, guardandoti con un volto di chi sta facendo semplicemente il suo mestiere. Non ci posso far nulla – sembra dire mentre piano mette via le sue cose, come fa quel negozio la sera, perché ogni giorno si ricomincia, ed è meglio se si ricomincia con ordine.

C’è chi il sipario forse non l’ha nemmeno aperto, ma si è visto sparire mezza città – e forse più – da una recita che va in scena tutti gli anni, sempre uguale. Per molti piena di speranze all’inizio, con qualche colpo di scena magari durante uno degli atti, ed il resto della commedia dedicata a ricomporre la trama di un racconto che non conosci mai all’inizio, per quanto vorresti che la storia avesse sempre un lieto fine. Oppure – e se così è stato mai dimenticarsi di ringraziare – attori e interpreti hanno fatto bene la loro parte, qualche applauso a scena aperta c’è stato, e al termine i personaggi hanno fatto l’inchino, lasciandoti portare a casa il ricordo di una trama ben fatta.

Forse sei stato costretto a stare più tempo con te stesso; magari hai dato libero corso ai tuoi pensieri, ai ricordi di un anno in quei momenti di pausa in una vita spogliata in estate della frenesia delle attività che riempiono il tempo e lo spazio dell’anima. Il timore dell’anno che inizia, l’attesa per una routine rassicurante con le sue ordinate attività quotidiane, magari ti stanno aspettando alla stazione di arrivo; e non hai ancora deciso se sei contento oppure no.

Quei rumori; quei paesaggi; quelle spiagge; quella città dalla quale non ci si è mossi e che hanno rivelato un volto nuovo delle solite cose, uno stato d’animo finalmente disposto a farsi vedere, sono così diversi ora che stanno per finire. Ripongo con ordine le mie cose nello scaffale dell’anima. Riflessioni, emozioni, stupore per aver riscoperto ancora una natura fedele al suo compito di custodire il nostro pianeta fino nel più piccolo dettaglio.

Forse è quello che voglio per me: essere capace di custodire l’ordine discreto del cuore, della volontà, della memoria nelle piccole cose di ogni giorno, riscoprendo nell’ordinario di ogni giorno le piccole meraviglie che solo uno sguardo nuovo può trovare. Custodire con un po’ d’amore il piccolo mondo che mi è dato, e ricordarsi di non chiudere la porta nemmeno la sera, perché c’è sempre posto. Come quella piccola fontana in mezzo ai monti, che non smette un momento di donare acqua; sono qui per rinfrescarti, mi dice, mentre mi spiega che niente della sua acqua va perso, anche se sembra non ci sia nessuno. Non si sa mai dove va a finire l’acqua che non vedi. Chissà se lo sa, di essere così limpida.

© Scampoli