Il senso della saponetta

Ci sono giornate in cui il significato delle cose sfugge come una saponetta bagnata dalle mani, di quelle che la mamma usava per pulirti bene, incurante delle tue lamentele. Perché sapeva che dopo saresti stato contento, pulito e profumato. Forse anche ora vorresti sentirti pulito dalle scorie di un mondo che non capisci.

Eppure, anche se ti senti tirato in basso dal peso della tua giornata, non ti spieghi come fa quella lucina lì a rimanere accesa, sussurrando piano “fidati”, in un angolo nascosto eppure risplendente come lampada che illumina piano una stanza, ma con luce bassa perché non ti ferisca.

Quella piccola luce, dopo quella lettera, non si era più spenta, e ancora ti guida verso casa. È una lampada antica e nuova, di quelle che vanno ancora a olio. Meglio mettercene un po’, non si sa mai; ricordo una storiella che parlava di uno sposo che arrivava con la sposa al banchetto, chi non aveva la lampada accesa… Chissà dove l’ho sentita.

© Scampoli

(la lettera: https://scampolidivita.altervista.org/lettera-mia-figlia/ )