Sale della terra e luce del mondo

“Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo…” (Mt 5,13-14). Non manca mai di stupirmi questo passo. Viene dopo le beatitudini, ed è per me davvero l’inno alla gioia della vita, rivelazione di ciò che siamo, riscoperta della nostra dignità, dichiarazione d’amore di un Padre ai suoi figli.

È il passo da rileggere quando ci si sente un po’ giù e si ha bisogno di incoraggiamento e fiducia, quando si sente il tempo passare e il significato della vita che tarda a venire (come scrissi qui); non posso mancare di sentire in queste parole di duemila anni fa un malcelato orgoglio nei nostri confronti, un affettuoso buffetto sulla guancia che ci incinta a svegliarci dal torpore in cui siamo immersi, dall’invasione di spirito negativo che ci circonda, dal pessimismo imperante di italica genesi.

Essere sale, “sapere” di qualcosa, avere una luce in sé che ci permetta di aver chiaro anzitutto per noi stessi quale sia il nostro posto, è una luce che si nota. So di aver incontrato persone piene di quel sale e capaci gettare una luce diversa nella lettura dei fatti della vita.

Sì, possiamo “fare” qualcosa in ciò che ci riguarda, nei nostri ambienti, e proprio lì abbiamo del nostro da portare, del talento da spendere, dei doni da esprimere. Semplicemente con ciò che siamo,  con ciò che abbiamo, con ciò che facciamo, senza troppe sovrastrutture, maschere e rispetti umani che ci limitano.

Come ti sentiresti se qualcuno che sai che ti vuole bene bene venisse da te, e ti dicesse che senza di te quell’ambiente avrebbe qualcosa in meno, e sarebbe umanamente meno splendido? Soprattutto ti invitasse a venire allo scoperto, a metterci la faccia.

È qualcosa che certamente lusinga, ancor di più impegna, di sicuro fa venire la tentazione di fare un passo avanti, per capire perché tutto questo è vero.

© Scampoli

Sale della terra e luce del mondo