Il pezzo mancante del puzzle

Il mondo interiore mi assomiglia a un gigantesco puzzle, le cui tessere non ho mai tutte da principio, e nemmeno so qual è il disegno finale, altrimenti sarebbe troppo facile capire che quel colore appartiene alle mura del castello e l’altro è quello delle messi pronte per la mietitura.

Un mucchio indistinto di accenni di forma, di sprazzi di colore e linee, che continuamente ripasso con gli occhi della mente, per poter arrivare – piccolo investigatore – a capire il disegno complessivo, sempre più grande della piccola scrivania su cui metto insieme i pezzi di questo colorato mondo da scoprire.

Ci sono giorni in cui riesco a completare quel campo, quel pezzo di cielo che lo sanno tutti che è difficile perché il colore è uniforme e devi scoprirli tu gli incastri. Allora il mio cuore gioisce, perché sa di aver visto una piccola parte del tutto, come se già lo conoscesse ma non so perché. Certo però sarebbe bello scoprire dove sono finite le ultime tessere, perché quel vuoto proprio lì non ci sta niente bene.

Altri giorni, invece, continuo a rimestare quel mucchietto di pezzi indistinti che non ne vogliono sapere di accostarsi, e mi viene da farle stare insieme a forza, ma so anch’io che non si può, e il puzzle non regge. Vorrei qualcuno che mi facesse vedere il coperchio della scatola, almeno so qual è il finale, ma non mi è dato.

Nulla però al confronto di quello che provi quando un mattino, intento a cercare di iniziare nel senso giusto un pezzo di vita che non hai ancora capito se stai percorrendo contromano, osservi meravigliato quella piccola scrivania, in cui al centro, in bella vista, un mucchietto di tessere del puzzle che pensavi non centrare nulla le une con le altre, si sono composte a formare un piccolo paesaggio, che con i suoi colori e il tepore che evoca è stato capace di scaldare un po’ del freddo che ti porti dentro.

Non hai visto l’amorevole mano che ha fatto questo, che nel completare quel piccolo spazio ha persino trovato le tessere mancanti in quello che avevi fatto tu. Proprio lì dove prima c’era un vuoto, un Volto d’Uomo ti osserva.

© Scampoli

Il pezzo mancante del puzzle