Grandi manovre d’autunno

Le grandi manovre d’autunno sono iniziate, e penso che quest’anno le seguirò con attenzione. Magari questo autunno si sentirà osservato da me, ma non importa, cercherò di essere compagnia gradita e discreta.

Si annuncia con calma, le prime foglie che a scacchiera cambiano tonalità, si tolgono di dosso la verde maglietta estiva, per indossare indumenti fatti per dare nell’occhio. Come se – non avendo più l’astro diurno a fare la parte del leone – volessero comunque farsi notare. Comincio a pensare che sia una stagione vanitosa.

Qualche foglia già lasciato la sua sede; hai fatto mai caso che più si avvicinano alla terra e più prendono il suo colore? Come volessero tornare da dove sono arrivate, per confondersi infine con essa al suo contatto.

Le piogge recenti hanno vivacizzato la vegetazione bassa (da mezzo metro di altezza in giù per capirsi) che già di suo soffre di non poter attingere più in basso nella terra, e quasi accorgendosi di poter dare qualcosa in più ci regala uno sprint finale, come i velocisti che in gara buttano avanti la testa sul nastro d’arrivo, che non ho mai capito se serve davvero.

E per un attimo ti ricordi la primavera, quando ogni cosa aveva voglia di crescere e te lo faceva capire in tutti i modi in una gara di “guarda prima me!” collettiva.

Non è come al lavoro con la frenesia della prossima scadenza, non sia mai. Piuttosto è la fiera espositiva finale, dove in banchetti ordinati, o in appezzamenti caotici, fa bella mostra di sé il lavoro di una intera estate, con espositori orgogliosi dei propri prodotti a vociare più forte per farti guardare.

Sarà la mia immaginazione, ma se guardi bene c’è animazione in giro, che tra un po’ si chiude. E poi dicono che l’autunno è noioso.

© Scampoli

Grandi manovre di inizio autunno