Fuggire altrove

(Storia di un tentativo di fuga) Ora che aveva fatto fino in fondo quello che gli era stato chiesto, aveva capito. Si rammaricava della sua durezza, che solo fu vinta dalla pazienza e dall’amore di chi gli chiese quel viaggio assurdo.

Gli era stato detto di andare a Ninive a predicare la conversione, invece Giona fuggì a Tarsis. La nave quasi naufragò, e si rese conto di essere la causa. Conobbe il buio del dubbio nel ventre di un pesce, che solo con una preghiera sincera si spense.

La seconda volta andò davvero a Ninive, ma perché non aveva scelta. Gli abitanti smisero di fare il male, ma in Giona ci fu solo gelosia, non gioia di essere stato partecipe di una missione di salvezza.

Come bimbo capriccioso mise il muso e si allontanò, ma non troppo; un ricino gli fece riparo dal caldo, ma si seccò; fu infastidito persino da questo.

Ora aveva capito quanto fosse stato egoista nella sua gelosia verso la bontà di Dio; e sorrideva al pensiero. Era riuscito con la sua pazienza e la sua affettuosa correzione, a far cambiare anche il suo cuore. Fu allora che capì di essere amato. Anche lui. Che furbo il suo Dio, l’aveva fregato.

© Scampoli

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