Dove deve andare

“Un biglietto per favore” disse all’operatore della biglietteria.
“Dove deve andare?” rispose con aria annoiata al nonsoquantesimo cliente della fila di oggi.
“Verso la felicità, grazie. Quando è la prossima corsa?”. Un ombra fatta di perplessità passò sul volto dell’impiegato che lo guardò con sospetto. “Come ha fatto a saperlo? Chi glielo ha detto?” chiese abbassando la voce.

“Una persona amica, lei sa di chi parlo, spero. Pare lo conoscano in molti”, rispose il cliente. “Eccome se lo conosco. Non capita spesso di sentire una richiesta così, mi creda. Ma vivo per attendere quei rari momenti in cui una persona qualunque si presenta con questa intenzione precisa. Perché lo sa bene che occorre avere le idee chiare per una tale meta, vero?”.

“So bene – disse il cliente della fila – ed è mia intenzione non voltarmi indietro. Da quando ho visto quanto è bella quella meta, non voglio più smettere di inseguirla. So anche che questa tratta non sarà l’ultima, è solo una delle tante necessarie ad avvicinarsi ad una meta magica, che è sempre un po’ più in là di dove la pensavi l’ultima volta. Ma anche se credo di conoscere già dov’è l’arrivo, perché ho tanti bei sogni verso cui andare, il viaggio bisogna farlo lo stesso. Mi capisce, vero?”.

“La capisco benissimo – disse l’impiegato – ed è successo anche a me. Io ho già fatto il viaggio; una serie infinita di tappe, sembrava, fino alla svolta finale, decisamente inaspettata”. Incuriosito, l’avventore si avvicinò al vetro con il piccolo oblò della biglietteria e chiese: “Ma quindi la svolta finale è stata deludente, se lei è qui”.

La risposta dell’impiegato fu breve e chiara: “Alla svolta finale, quel giorno, scoprii che c’era l’amore per chi era vicino nella mia vita di tutti i giorni ad aspettarmi insieme alla felicità, proprio lì, nella mia noiosissima vita di tutti i giorni, nel mio lavoro di impiegato della biglietteria”.

© Scampoli

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