Chiudersi e appassire

Curioso il parallelo tra la natura e lo spirito. Sembra quasi che il creato sia stato pensato per viaggiare sincrono con esso, e aiutarci a leggerlo.

Un passaggio davanti a una casa disabitata, che per non far entrare nessuno hanno murato tutto. In un attimo, ho visto qual è la condizione di un’anima che si chiude in se stessa, e taglia il rapporto con la terra e il cielo, con gli uomini e con Dio.

Non c’è più manutenzione a tamponare gli effetti del tempo; non più voci ad animare stanze ormai vuote; non più apri e chiudi di porte, cancelli e finestre a rinnovare l’aria stantia di dentro; non più mani di giardinieri ad ordinare la voglia di crescere e di fare ombra delle piante.

Ho creduto di vedere, e forse è successo, l’anima di chi un giorno ha detto: “da oggi non voglio vedere né sentire più nessuno”, e ha scelto il suo egoismo e la rinuncia di farsi vivere dagli altri donando i propri spazi e il proprio tempo.

Ho creduto di vedere, e forse l’ho vista, la disperazione e l’angoscia, in una strada che ormai quando passi non ti nota più nessuno, perché non li fai più entrare.

© Scampoli

Chiudersi ed appassire