Cameratismo

Dentro racconti cose che fuori di lì mai avresti detto ad alcuno. Sveli paragrafi di vita che solo gli affetti della cerchia ristretta sanno. Altrimenti ti sentiresti solo nella penombra di quelle stanze silenziose, a tal punto riempite del riposo del guerriero e del pudore della sofferenza, che non ci sta più nulla se non un attendere gli eventi e gli accadimenti, che come un sentiero di montagna nascondono altre svolte prima della fine.
Varcare la soglia di questo piccolo mondo più vero del reale e più che mai evitato nei discorsi di fuori, è un cammino in compagnia di un pezzo di umanità che si è dovuta fermare in quell’ospedale, senza poter fare nulla per evitarlo.

Ed ancora una volta la comunione di intenti si ripete, come a dare sfogo e speranza ad un compito da svolgere che dipende più da coloro cui siamo affidati che da noi stessi.

Ti sorprendi senza sapere come a dire di te e di altri, ma con la prudenza di chi cerca di non ferire, e di non mettere inutili paure. Per questo motivo taci su quel caso che non è finito bene, perché ora in questo luogo occorre riempire di plausibile speranza le sagome indistinte che popolano l’orizzone della giornata (sicuramente) e magari della stessa vita. E dar loro un nome così le puoi guardare in faccia.

“Vedrai che andrà bene”, anche se piccolo è l’evento, potrebbe suonare come palloncino pieno d’aria, che non è capace di levarsi in alto e farti vedere le cose come sono e non come le vivi nella tua emozione. Forse c’è rimpianto per un’imprudenza, forse smarrimento per un’impresa titanica, oppure scoraggiamento perché… no, adesso non era il momento.

Il suono di una voce, un sorriso timido che chiede, un racconto che spiega vicende passate altrimenti non sai perché sono qui, l’epilogo felice che scopri nascondere una litanìa di ritorni, un saluto di chi va, che ti fa pensare che – sì – anche tu varcherai quella soglia, e nel mentre spargerai briciole di te stesso a chi ti sta vicino, in un passaggio di testimone che mai si interrompe.

Si può sterilizzare tutto nell’ospedale, ma la nostra umanità continuerà a trasudare cameratismo.

© Scampoli