Tempo di vacanze oppure no – 2

Il tempo delle vacanze di cui ho iniziato a parlare nel precedente pensiero collegato, ha risvegliato in me contrastanti considerazioni; alcune di queste inaspettatamente dirette verso destinazioni che non pensavo. Mi sono reso conto che ci sono persone per le quali l’ambiente di casa è quello sentito più benevolo. Le manovre di spostamento (chiudi casa, prepara tutto, spostati nel traffico, apri casa, richiudi tutto e torna da dove sei venuto) portano con sè stati d’animo sgraditi, un certo grado di stress. Come dire che ci si rende conto a volte di stare meglio a casa, e che il consenso comune che ci vuole per forza “altrove” non è sempre quello giusto.

Spesso siamo bombardati da messaggi che ci “vogliono” in un certo modo. Dediti a fare certe cose, chissà perché solo se fanno lievitare il prodotto interno lordo. Non sono di quelli che gioiscono se la prima notizia del tiggì è l’incremento di questo indice; ormai sappiamo che troppi vengono lasciati per strada da questi meccanismi, che non sono fatti per andare al passo dei più deboli.

Beninteso, non è qui intenzione menare colpi con l’ascia alle vacanze in sè, perché se diventa un momento insieme, in famiglia, una occasione per vivere tempo e cose in comune, per costruire ricordi condivisi a cui attingere da grandi con un “ti ricordi…”, allora avremo costruito qualcosa di buono. Ma se ci sentiamo in dovere di fare qualcosa perché lo fanno tutti e non farlo mi farebbe sentire da meno degli altri, questo non lo vivo personalmente in modo positivo. Semmai costrittivo; ma allora che vacanza è?

Il mio desiderio mi fa immaginare momenti sereni, senza l’ansia di dover organizzare ogni momento il da farsi, con la piena libertà di lasciare all’improvvisazione dell’ultimo momento quello che è meglio per me e per chi mi sta vicino. Perché sono proprio loro da custodire, da far sentire a casa propria, senza l’obbligo di rispondere ad aspettative altrui.

Non mi stupisco più ormai che, dopo averla tanto attesa, al termine della pausa estiva trascorsa da qualche parte il pensiero di tornare a casa mi faccia sentire bene. Magari ho visto cose belle, incontrato belle persone, ma è il posto dove abitiamo quello che forma la nostra identità e storia; ed è la gratitudine nei suoi riguardi che mi riporta a casa anche stavolta; con una città che si è fatta il trucco apposta perché al mio rientro potessi dirle: “guarda, hanno rifatto questa strada, hanno finito quei lavori, dalla facciata di quel palazzo hanno tolto i ponteggi, …”.

Credo che al rientro dalle vacanze la mia città sia contenta di sentirselo dire.

© Scampoli

Tempo di vacanze oppure no