Si è rotto il profumo

Lo capisci solo quando succede. Quel primo giorno dell’anno in cui ancora ti meravigli di come funziona il nostro naso. Quanto poco ci vuole per risvegliare ricordi, emozioni, memorie impresse fin dal nostro nascere. Perché questi profumi li sentivi anche quando ancora non sapevi chi eri e come ti chiamavi.

Se hai l’avventura di passare sotto quella pergola di glicine fiorito del parco (sai quella che sotto ci sono le panchine all’ombra? ecco, lei) allora e solo allora senti fino nell’anima quel profumo, e capisci cosa succede quando quell’effluvio raggiunge valori da fondoscala, e poi va oltre. E’ un viaggio nella fantasia che anche se dura un attimo, potrebbe essere – oltrepassati quei rampicanti – che di là ci sia un altro mondo, che nemmeno Alice ha conosciuto. Altre volte quel glicine non lo vedi. Ma lo senti e come un cane da tartufi dissimuli sguardi a destra e a sinistra per capire da dove cavolo viene la fragranza, e non sei contento finché non lo vedi, perché sai che c’è.

Anche in queste nostre città, così anonime a volte, anche in quell’angolo di parco che pare dimenticato da ogni manutenzione di passaggio, un “post” di natura indefinita raggiunge la tua bacheca del cuore, per segnarsi sul diario della tua giornate. Non c’è il pulsante “mi piace”, ma caspita se mi piace. e quando esci da questo tunnel forse non te ne sei nemmeno accorto, ma un sorriso leggero e profumato ti si è dipinto addosso, e un senso di leggerezza ti ha fatto una carezza.

Come non essere contento che anche quest’anno una gigantesca boccetta di profumo si sia rotta da qualche parte?

© Scampoli