Sete di vivere e di esistere

Incerta sensazione del crepuscolo dell’anima, che solo il silenzio disvela. Desiderio di vita che scopri nel respiro regolare che anela all’aria in cui è immerso desiderandola tutta per sé, con una sete senza fine, riconoscendola come alimento di vita, cercando nel prossimo movimento, come fosse musica, nuovo ritmo e rinnovata armonia. Ritmo che è come un servo buono del sommo metronomo che abita il cuore; che come buon custode della casa del nostro corpo irriga di nuova forza l’anima stessa profondamente innestata e confusa con questa terra, al punto che non sai dove questa finisce e quella comincia.

Scorgere in tutto ciò la costante, precisa e incrollabile volontà del mio essere di fare ogni istante un passo più in là in questa vita, in questo tempo, nell’esistenza, con una sete che non inquieta ma che non si estingue, fiduciosa che nella prossima battuta dello Spartito ci sarà altra musica da suonare o da ascoltare, senza mai essere sazi.

Non so da dove mi arriva tutta quest’acqua, né capisco cos’è ciò che mi spinge a fare sempre quel passo avanti,come di sporgersi sull’orlo di un abisso insondabile, ai confini di una caverna che nulla fa vedere di ciò che nasconde, custode infallibile del segreto della vita.

Imbevuti dallo stupore di rendersi conto di essere sommersi da un’onda di piena; capire di partecipare a una corrente impetuosa che tutti ci porta e che da ogni parte ci avvolge senza soffocarci, e che con impercettibile leggerezza ci ha fatto trascorrere anche questo breve momento insieme, dovunque sia ciascuno di noi. Ma già un’altra nota chiama, sullo spartito.

© Scampoli

Sete di vivere e di esistere