Santa pazienza

A rigore, dovrebbe essere la disposizione d’animo di chi accetta e sopporta con moderazione e rassegnazione un dolore o un’avversità.

Già mi son sentito dire “su, coraggio, porta pazienza”. Lo accetto, ma è ostico da digerire. Quanto è vero che i tratti distintivi di questo stato d’animo o virtù (preferisco), sono da cercare anche nella moderazione e nella rassegnazione, quando accetto una situazione che mi va decisamente di traverso.

Con la pazienza ho combattuto ben più di una guerra, dato che sembra una resa al destino. Ma preferisco pensarla come un atteggiamento che mira a costruire in noi una protezione e una reazione, non una resa incondizionata.

Mi fa sentire vivo, fonte di una decisione e non destinatario di una difficoltà che il fato cieco mi ha riservato, prendendo prima bene la mira. Insomma, bisogna averci due spalle così per portare pazienza. Anche quando pare non si possa far nulla, in realtà sto facendo la mia parte. Resisto all’assedio.

Nulla sarà risolutivo nella prossima prova che la vita mi offrirà; spero solo che nel frattempo la vera pazienza abbia messo radici più nel cuore che nella testa.

© Scampoli

Questa santa pazienza da portare