Rompere l’isolamento

Bucare la solitudine di un’anima come la pellicola del vassoio della spesa quando finalmente qualcuno la prende dallo scaffale e l’apre per regalarla alla tavola.

Spazzare la nebbia dell’isolamento e della freddezza del cuore col il vento dell’interessamento sincero, ripassando se necessario come lo straccio sui vetri che si appannano finché un po’ di calore non ci pensi da solo a farci vedere fuori.

Soffiare sulla cenere che sembra fredda a vederla, fino a veder comparire il rosso della brace che non aveva il coraggio di farsi vedere, perché non c’era nulla da bruciare e quel po’ di calore mi serviva.

Riuscire a spalancare le finestre di chi suo malgrado vede nero, solamente perché nessuno l’ha mai aiutato a capire dov’erano, e quanto sole c’era dietro.

Come non augurare a ciascuno di noi di trovarsi dall’una o dall’altra parte di questa storia, il giorno in cui sarà necessario.

© Scampoli

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