Ricordi ancestrali

Ci sono momenti, quasi ricordi ancestrali, in cui guardi un frammento e pensi al tutto, vedi un’ombra e intuisci quale sole e quale forma la produce, vedi una cosa e intuisci la bellezza, rifletti su un fatto e comprendi la giustizia, o la misericordia, o la grandiosità di un disegno.

Se non si può capire se non ciò che già si conosce in qualche modo, se può essere compreso solo ciò che già abbia le sue radici in noi, se la perfezione può essere riconosciuta perché già ha preso casa nel nostro cuore, se ciò che è “idea” nemmeno potrebbe essere scorto se non albergasse da qualche parte del nostro essere; allora non rimane che arrendersi all’evidenza.

Non rimane che ammettere che ci si sente, in alcuni momenti, come se si vedesse un familiare, o si riconoscesse la voce di un saluto, senza peraltro capire chi, come e quando ha impresso in noi, nel profondo del cuore e dell’anima, quel segno che l’anima istintivamente capisce, l’intelligenza legge e comprende, la memoria ricorda e custodisce e la volontà cerca, se non è ostacolata.

Abita in noi l’evidenza di chi, all’origine del nostro essere, ci ha mostrato – per un istante senza tempo – l’amore per poterlo desiderare e riconoscere quando l’avessimo visto; la bellezza per poterne gioire quando l’avessimo incontrata; la giustizia per saperla ricercare e attuare ogni volta che fosse il caso; ma soprattutto per riconoscere quella eterna voce che ci ha parlato di tutto ciò, nel momento stesso in cui creava la sua idea di noi.

© Scampoli

Ricordi ancestrali

3 thoughts on “Ricordi ancestrali

  1. Scoprire ciò che già siamo…ritrovare quel che sembrava perduto…un tutto che non è mai andato via…sempre presente nel frammento… che siamo noi…

  2. Dentro di noi c’è già la risposta ai nostri interrogativi.

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