Riannodare i fili con il passato

Arriva – in un giorno qualunque – quel momento in cui riprendi in mano due capi di un filo, spezzato dal tempo, sfilacciato nei suoi bordi, strappato da cambi repentini che lo hanno strattonato fino a farlo spezzare, con uno schiocco che allora – proprio lì dentro nelle stanze più interne, fece un gran rumore, e lasciò un capo a terra, che non era più il tuo filo di Arianna verso il futuro, ma solo il termine sfilacciato di una speranza non realizzata.

Ma la segreta speranza di riannodare i fili con il passato, nel trascorrere del tempo, non ti ha mai abbandonato. Fino a quel giorno, in cui mani conosciute ti hanno riportatato un altro capo sfilacciato, ed era proprio quello. Non servì nemmeno annodarlo, le due estremità si riconobbero subito, e come per magia si saldarono ancora, e la storia ricominciò. Lì da dove era rimasta, indifferente al fatto che del tempo era passato, perché era un tempo che non gli apparteneva, e non poteva nuocergli.

Finalmente potevi, anche ad occhi chiusi, lasciarti guidare da quel filo e sentire ancora una volta che davvero un filo può custodire un tesoro, al riparo dalla tignola, dalla ruggine e dai ladri, e aprire una piccola nuova finestra, su panorami e tesori da cui trai ancora una volta alla luce cose antiche e cose nuove. Cose che erano in realtà sempre rimaste lì ad aspettarti.

© Scampoli

Riannodare i fili con il passato