Le ombre lunghe del ritorno a casa

Mentre la sera si avvicina penso al viaggio di ritorno che mi attende, e la tratta che vista tutta insieme scoraggia la pazienza che oggi si è presa ferie in me, sembra guardarmi come direttrice braccia ai fianchi sguardo serio; a ricordarmi che mi tocca il viaggio, e non c’è scampo.

Saranno complici i giorni caldi, ma qualcosa si scioglie al vedere i miei consueti pendolari. Si sa che la regolarità un po’ di siurezza te la regala, e già solo la moviola delle azioni principali della giornata (più facile prendere gol che farli in questo mondo) stempera la calura delle azioni in campo. Purtroppo spesso manca l’arbitro, o se c’è è casualmente girato dall’altra parte quando serve.

Ma siamo ben più di questo. C’è stato chi ha detto con riferimento a usi e costumi dell’epoca che valiamo più di molti passeri, che già sono un miracolo di vita di per loro.

E anche se lungo è il viaggio, l’usuale film di un ritorno a casa si proietta nel mio cuore e getta ombre lunghe sulla strada che ho davanti, a rinfrescarmi da un clima del mondo esterno che raramente è come avremmo bisogno.

© Scampoli