Non è mai troppo tardi

Hai opposto resistenza a te stesso per un po’ di tempo. L’hai sempre ritenuta una cosa un tantino strana, o comunque non appropriata. Non adatta all’età, al luogo, al momento, allo stato d’animo.

Poi è arrivato il giorno in cui l’hai fatto. Ora ti trovi in quel posto buio; beh, magari non buio, ma senza tutte le lucine dei centri commerciali. Non ha nemmeno la filodiffusione, né commessi che dopo un attimo ti si attaccano addosso a chiederti se possono fare qualcosa per te; solo silenzio.

Il telefonino (lo smartfon) è rimasto in tasca; non hai il coraggio di tirarlo fuori, stona con l’ambiente. Quando ti raccontavano che c’è sempre qualcuno in questo posto, ora cominci a capire; c’è silenzio solo perché qualcuno parla, oppure perché possa parlare tu, ed essere ascoltato.

Ti è venuto in mente che quella nicchia illuminata lì in fondo si chiama tabernacolo, ed è custodia di una presenza reale. Hai alzato gli occhi verso quella piccola opera d’arte (li facevano proprio con cura, vero?), e una porticina nel cuore si è aperta, e un dialogo è iniziato. Senza parole, però.

Quando sei uscito da quella piccola chiesa incontrata lungo la strada, il mondo ti è sembrato un pochino diverso. Ci rivedremo, gli hai detto.

© Scampoli

Non è mai troppo tardi