Limite di velocità e di frenesia

Esiste una soglia oltre la quale la velocità ci porta in un altro mondo. Come sempre racconto del mio, certamente, ma di qualcosa condiviso. Verrebbe da pensare agli effetti della relatività generale, ma certo non è questo il suo posto, anche se con difficoltà la mia stessa ragione riesce ad ammettere una magia come quella.

Il limite di cui racconto è quello oltre il quale non vedi più i dettagli. Se vai sotto la soglia, che sia in macchina o in treno, ti scopri a sorpassare pigramente pezzi di mondo visti da un’altra prospettiva (https://scampolidivita.altervista.org/il-drago/), che come i frattali di Mandelbrot mostrano  dettagli crescenti all’avvicinarsi.

Che dire dei cortiletti ripieni in ogni ordine di scaffali di ogni sorta di aggeggi, degli orti che regalano con la loro scuola di pazienza le loro fatiche a ridosso della via, dei relitti dimenticati di ogni possibile manufatto, dei balconi che ci ricordano che la biancheria è pulita perché qualcuno l’ha lavata e stesa ad asciugare?

Oltre una certa soglia di velocità, questi scampoli di vita spariscono.

Così è nella vita. Se passi troppo velocemente davanti a ogni suo istante che è unico e irripetibile e non tornerà più in tutta la storia dell’intero universo, ti perdi i tuoi tesori, quelli preparati proprio per te, pensati per essere messi dove la ruggine non li possa consumare. Ma ormai sono passati, e non lo si può più fare.

Alza il piede dall’acceleratore per trovare un momento per te stesso; rallenta mentre sorpassi quel saluto; metti la freccia e accosta quando ti viene chiesto; tira il freno a mano di emergenza se un particolare colpisce la tua attenzione; scala le marce se vedi avvicinarsi una persona nota.

Magari per te medesimo, o per quella creatura, figlio, parente, amico, conoscente, passante o altro, questa era l’unica occasione.

© Scampoli

Limite di velocità alla vita