Le otto

Quale sapienza, quella del Piccolo Principe, quando parlava della puntualità. Vagheggiava un’ora del giorno per l’appuntamento con l’amico. Quella, stessa, ogni giorno.

Il tempo in questo giardino virtuale passa come vento che muove l’erba, e piano si prendono abitudini. Te ne voglio parlare, lettore di passaggio, così ci conosciamo. Non è confronto o imitazione, ma mi piace imparare da questo piccolo saggio principe. Ecco perché sono nate le otto.

Che sia mane o che sia sera, ormai io primo attendo quell’orario. Può capitare che anche al mattino apra la porta per accogliere un pensiero, ma più facilmente il crepuscolo porterà con sé le riflessioni del giorno; e se non passa, è perché ha bisogno di maturare ancora. Sai bene quanto danno fa l’essere acerbi.

Chissà che faccia avrà, la prossima volta che gli aprirò la porta.

© Scampoli

Le sette e mezza