La solita pizza

Tutto come al solito. Verrebbe da dire: la noia. Ma non si diceva che la creatività è un valore? Eppure non cambia mai niente. Un rituale di gesti sempre uguali. Stasera ti sorprendi ad osservarli, in modo diverso, perché vuoi capire la ricetta delle mani. Quanti, quali gesti ci vogliono per portare a compimento il tuo desco da quella materia prima.

Non ti fai problema che la creatività sia rimasta ferma all’inizio, quando ancora l’apprendista si stava scoprendo; è proprio perché è sempre uguale che vieni qui, e sai di trovare quello che ti aspetti. Se fosse sempre diverso, sarebbe ugualmente affidabile la sua bontà a me nota?

Con quale naturalezza mette in fila complesse sequenze, passando dal banco al forno: la spatola che taglia l’impasto, una spolverata di farina, i gesti sempre più ampi che fanno nascere quel disco di sole, la guarnizione che ormai non guarda più la lista degli ingredienti, perché è l’autore che sta facendo; quel gesto deciso della pala che prende in braccio tutto e senza esitazione lo regala al caldo del forno, con la sua fame insaziabile; e le visite saltuarie con il palino, perché la cottura deve essere letta da sotto e non solo da sopra.

E quando l’opera del fuoco è decisa, l’ultimo abbraccio la consegna ancora fumante alla sua culla di cartone, con i suoi buchini che riempiono l’ascensore della sua storia, e informano tuo malgrado chi c’è con te che qui, stasera, la solita pizza ci farà compagnia.

© Scampoli