La corsa più bella

Avrebbe sempre benedetto il coraggio trovato quel giorno, e ci pensava mentre ritornava verso casa a passo veloce; avrebbe voluto correre, ma non si addice a un soldato, e sarebbe stato solo ridicolo con tutto il rumore che avrebbe fatto tra la folla del mercato.

Non sapeva nemmeno lui come gli erano uscite quella parole, ma si erano intesi alla perfezione. Era stato in ascolto, prima, un ascolto assoluto. Pareva fosse rimasto perplesso, ora sapeva che era una prova.

Mai giorno più bello dopo un periodo assurdo come il suo; un ritorno carico di emozione all’inverosimile. Ma sapeva che come succedeva con i soldati a lui affidati, se dava un ordine, questo veniva fatto.

La malattia del suo servo fedele l’aveva provato profondamente, ma in un attimo questo suo mondo fu spazzato via come da un terremoto, e una forza nuova nacque in lui, quando il Nazareno pronunciò quelle parole: “Va’, sia fatto…”. Nulla fu più come prima.

© Scampoli

La corsa più bella