Corrente di vita

Mi sono volutamente lasciato attraversare dal flusso di vita che scorreva intenso. Libero come tentacoli di coralli spostati dalle onde profonde della corrente e della risacca di superficie.

Un semplice bar, la solita gente, l’angolo tabaccheria, zona tavolini fronte vetrina sulla vita di fuori, banco del bar con due signori appoggiati di gomito sul marmo e una signora con la borsetta in piedi e tazzina a sorseggiare.

In un posto così piccino succedono tante cose. Le richieste di gratta e vinci, ripiene del desiderio che sia la volta buona perché a qualcuno dovrà pur toccare, perché non a me. Il saluto che ti riconosce e ti ricorda, casomai non te ne fossi accorto, che anche oggi sei passato per di qui. L’ordinazione migliore che puoi fare al banco, quella de “il solito” a obliterare un biglietto pieno di frammenti di storia che ti hanno fatto conoscere ai proprietari.

Che dire poi delle chiacchere abbondanti su qualunque cosa, meglio se la partita di ieri perché ti garantisce una decina di minuti almeno di botta e risposta con chi la pensa assolutamente diverso da te. E se non è la partita, la politica tracima dall’insoddisfazione di ciascuno, e versata nel contenitore comune del dialogo riempie di un po’ di condivisione il piatto della mia giornata odierna.

Oppure vedi dipingersi un sorriso sornione sul barista all’ingresso della mascotte; qualche volta malsopportata, ma con la sua vita leggermente sintonizzata su un’altra stazione trasmittente ti ricorda che si può vivere bene anche così, se fai esperienza di amicizia. Certamente i suoi discorsi sono sempre uguali, solo detti con più testardaggine fino ad essere ascoltati. E ti capita quella volta che interpella te.

Nel frattempo come fiume il tempo scorre, e mi sento attraversato da tutta questa vita, a cui assolutamente voglio appartenere.

© Scampoli