Una strana compagna di viaggio

Stamani era diverso: un imprevisto, un ritardo, fai tu. Esco di casa e mi sento salutare; con stupore vedo che è la Meraviglia. “Vengo con te, oggi” mi dice; e improvvisamente mi rendo conto: un merlo sulla cancellata di fronte, il viso affrettato di una persona, presto che è tardi, mille dettagli si accendono.

Poi il treno, pieno di storie, ciascuna con un nome, una destinazione e tanti pensieri nel cuore. Infine la stazione di arrivo, una camminata al lavoro. La Meraviglia sempre al mio fianco, che mi indicava col dito che i bimbi lo fanno sempre; e vedevo nuove tutte le cose.

La nebbia bassa che pare la pianura a fuoco lento sul fornello, gli alberi spogli che fanno solletico al cielo lì appena sopra. Il freddo fuori ma non dentro (si cammina, ci si scalda), il rumore delle scarpe sul terreno, la rugiada sull’erba come una spolverata di brillantini dall’alto.

Ormai arrivato, la Meraviglia mi saluta: “Ciao caro, ci vediamo presto“. Mentre la vedevo andare via di spalle, grato per la compagnia nel mio cammino, mi sembrava di conoscerla da sempre. Ma non volevo chiamarla per nome per non rompere l’incantesimo.

Lo sanno tutti che le piace il silenzio.

© Scampoli

Compagno di viaggio della meraviglia