Bisogna prendere bene la mira

Piove. Certo, può succedere di questi tempi, forse più in autunno, come nell’immaginario collettivo. Chissà perché nell’immaginario collettivo piove solo in autunno.

Quello che mi colpisce, è l’odore. Non ha quel sottotitolo di terra smossa della primavera. Ricorda più l’umido dei panni stesi in bagno quando abbiamo lasciato chiuse finestra e porta, e i vetri si appannano. Solo più fresco. E senza l’ammorbidente.

Le punte delle scarpe sono bagnate, e già l’umido sta annunciandosi alle dita dei piedi, che rinfrescano ben bene. Solo allora torni bambino, e ricordi quando, tornando da scuola, ti divertivi a prendere di mira le pozzanghere, fermamente deciso a disobbedire ai moniti dei genitori.

Cartella squadrata sulle spalle, cappottino di lana sopra il grembiule d’ordinanza, se era tanta pioggia stivali, altrimenti scarpette chiuse. La inquadravi da lontano, prendevi la direzione giusta, ti avvicinavi con noncuranza… e giù una pedata nel mezzo, con gli schizzi che dalla pozzanghera finivano chissà dove.

Senza accorgertene, hai preso la mira anche oggi, e hai fatto la traversata di quello che allora era un piccolo mare, con te a fare la nave dei pirati.

© Scampoli

Bisogna prendere bene la mira